Indice CARLIT
L’indice CARLIT - Cartography of littoral and upper sub-littoral benthic communities o, per semplicità, CARtografia LITorale - misura lo stato di disturbo ecologico delle scogliere rocciose marine, tramite l’analisi delle specie che compongono la vegetazione a macroalghe.
In base al DM 260/2010 tale indice è stato adottato a livello nazionale come descrittore sintetico per l’elemento di qualità biologica (EQB) Macrofite e contribuisce quindi alla classificazione dello stato ecologico delle acque marino-costiere.
Il CARLIT è un indice su base cartografica, le cui informazioni sono quindi integrate a una cartografia di dettaglio o a fotografie aeree dell’area di studio.
Si basa sul principio secondo cui, all’aumentare delle perturbazioni antropiche, alcune specie di macroalghe, definite “sensibili”, tendono a scomparire e a essere sostituite da specie con livelli di tolleranza crescenti allo stress ambientale.
In particolare, l’indice descrive le macroalghe presenti lungo le scogliere rocciose, dal livello di battigia fino a -50 cm di profondità circa, cioè nella fascia costiera intertidale - emersa o sommersa a seconda della marea - più sensibile alle pressioni antropiche. L’analisi della vegetazione non si basa su tutte le singole specie presenti, bensì sulle cosiddette “associazioni” vegetali, ovvero gruppi di specie che mostrano un livello simile di tolleranza alle condizioni ambientali e che solitamente crescono insieme in una determinata zona. Tali associazioni possono essere individuate in modo abbastanza rapido, anche a distanza, grazie alla presenza di una o più specie caratteristiche, dominanti per numero o dimensioni.
Ciò rende il CARLIT uno strumento relativamente poco costoso rispetto ad altri metodi di monitoraggio delle macroalghe, perché può essere applicato tramite rilievi condotti direttamente da un’imbarcazione e non richiede quindi numerosi prelievi effettuati in immersione subacquea e successive lunghe fasi di identificazione tassonomica in laboratorio.
I rilievi vengono svolti in primavera, nel periodo di massimo sviluppo delle macroalghe, a una distanza di circa 3-4 metri dalla riva, secondo un piano di campionamento che può essere “continuo” o “a settori”, ma che deve comunque essere sufficientemente rappresentativo del corpo idrico in esame. Le associazioni di macroalghe presenti vengono generalmente identificate dall’imbarcazione, anche se in certi casi può essere necessario avvicinarsi a nuoto alla riva o effettuare dei piccoli prelievi, per un’analisi più dettagliata. L’unità minima di campionamento è di 50 metri.
Gli operatori assegnano a ogni unità minima di campionamento un certo valore di Sensibilità (SL), definito dalla presenza di associazioni vegetali a particolare valenza ecologica, come i trottoir Lythophyllum bissoides che nelle forme più sviluppate costruisce dei veri e propri marciapiedi, oppure i cistoseireti (popolamenti a Cystoseira amentacea, C. compressa,)
Il valore di sensibilità viene calcolato anche in base al grado di rarefazione della vegetazione a Cystoseira spp. e all’eventuale sostituzione di questa con specie progressivamente più tolleranti, secondo il criterio definito nella tabella seguente
Tab.1 Valori di sensibilità associati alla vegetazione caratteristica delle scogliere superficiali
La media pesata dei valori di sensibilità della vegetazione (SL), in funzione della lunghezza della costa, corrisponde a un Valore di qualità ecologica (VQE). Calcolando di quanto questo valore effettivo si discosta da quello di riferimento per la regione mediterranea, si ottiene un Rapporto di qualità ecologica (RQE), compreso fra 0 e 1 e suddiviso in 5 classi, che corrispondono ad altrettante classi di stato ecologico (tabella 2), secondo il D.M. 260/2010.
Tab.2 Limiti di classe dei valori del Rapporto di Qualità Ecologica (RQE) per le macroalghe e relativa classificazione di Stato Ecologico
Le caratteristiche geomorfologiche di uno specifico tratto di costa possono avere un effetto sulle associazioni di macroalghe presenti, incidendo ad esempio sulla quantità d’illuminazione che riesce a penetrare sott’acqua. In questi casi, a bassi valori di RQE potrebbe non corrispondere necessariamente la presenza di una pressione antropica. Per questo, in ogni sezione di campionamento vengono registrate anche le Situazioni Geomorfologiche Rilevanti (SGR), cioè le caratteristiche morfologiche della scogliera, per una più corretta interpretazione dei risultati ottenuti.
Per i valori CARLIT relativi alla Toscana vedi la pagina sulle macroalghe.